I nuovi media per il mondo del lavoro: l'importanza di LinkedIn

I nuovi media per il mondo del lavoro: l’importanza di LinkedIn

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Nel panorama dei nuovi media specializzati nell’informazione e nella formazione lavorativa, spicca per importanza e per capillare presenza sul web (ma anche fuori) il social media dedicato al mondo del lavoro per eccellenza: LinkedIn

Nato nel 2002 e passato nella famiglia Microsoft nel 2016 per la modestissima cifra di 26 miliardi di dollari, LinkedIn conta ad oggi più di 530 milioni di utenti, di cui 11 milioni sono gli italiani.

Le potenzialità del social network numero 1 per il mondo del lavoro sono pressoché illimitate. A patto che si sappia usare con criterio.

Partiamo da un inciso: la maggior parte degli utenti italiani iscritti a LinkedIn lo usa nello stesso modo in cui usa Facebook (che al 27 Luglio 2017 contava 2 miliardi di iscritti), non cosciente del fatto che in realtà è l’utilizzo più sbagliato che si possa fare del mezzo.

Ogni social network ha uno scopo e un uso specifico, che corrisponde anche alla presenza di un certo tipo di algoritmo che decide le sorti di ciò che viene inserito al suo interno. LinkedIn nasce seguendo la logica della creazione di una fitta rete di connessioni carrieristiche che si ramificano partendo da un nodo, cioè l’utente. Le connessioni si ramificano poi in connessioni di secondo e terzo grado, in soldoni i contatti dei nostri contatti vedono che tipo di professionisti siamo, anche senza essere connessi con noi.

Sembra simile a Facebook? Fino a qui lo è, ma le similitudini terminano qui.

post facebook

(Pensa prima di postare. Un mantra di ripetersi sempre)

SCELTE GIUSTE PER NOI. SCELTE SBAGLIATE PER LA NOSTRA RETE

Se percepiamo Facebook come la chiacchierata tra amici in piazza, dobbiamo vedere invece LinkedIn come la pausa caffè in ufficio. Sono similitudini semplici ma che colpiscono l’obiettivo della comprensione.

Su LinkedIn siete tra professionisti, anche del vostro settore, e potenzialmente queste persone possono essere più preparate di voi nel vostro campo, possono conoscere i vostri diretti superiori (perché magari fanno parte della loro rete) o possono essere i vostri futuri datori di lavoro.

Utilizzare un linguaggio non consono, dire cose scorrette, pubblicare le foto del vostro gatto vestito da calamaro immerso nella soya è certamente una cosa divertente, ma non per quel contesto. Bisogna ragionare su come e cosa scriviamo e pubblichiamo, pensando a chi lo riceve e come può essere percepito.

Se all’inizio può risultare difficile, fatevi queste domande: “Questa cosa la direi ad un colloquio di lavoro? O in ufficio?”

Nei prossimi giorni affronteremo gli argomenti nello specifico, a partire  dalle informazioni da inserire a come scriverle, passando per la creazione delle nostre connessioni e il loro mantenimento, fino alla ricerca di un lavoro.

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Mauro Cerni

Conclusi gli studi in Antropologia ed Etnografia a Torino, ho deciso di specializzarmi in analisi sociale, gestione dei conflitti e strategie di marketing culturale e produttiva, mantenendo sempre alta l'attenzione al contesto sociale. Dopo una lunga esperienza di ricerca all'estero prima in Inghilterra e poi in Macedonia, ho pubblicato alcuni testi di ricerca e articoli. Ad oggi, dopo un master in Risorse Umane con specializzazione in Personal Branding e metodi di ricerca e selezione tramite social media, mi occupo sia di ricerca antropologica che di formazione professionale nei ambiti del Marketing, della Comunicazione e delle Risorse Umane. Sono convinto che la formazione sia uno dei modi non solo per riqualificare lavorativamente una persona, ma anche per donargli un nuovo modo per vedere il mondo ed essere competitivi.

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