Il contatto giusto su LinkedIn
In questo viaggio alla scoperta della struttura base di LinkedIn, abbiamo visto a che cosa serve, quale foto scegliere e come creare un sommario d’impatto. Tutte cose che di base che ci servono per dare una forma al nostro profilo.
Non smetterò mai di dirlo: siamo entrati nel periodo del Social Recruiting, dove i social sono utilizzati dagli head hunter per andare alla ricerca di nuove “umane risorse” per le aziende. Ora non dovete solo cercare, ma essere cercati e trovati. E per far si che quest’ultima cosa succeda, dovete essere visibili. Ma dovete anche dare qualcosa di interessante da vedere.+
C’è una massima che mi piace condividere con le mie aule (in realtà ne ho più di una, ma per ora non vi tedio), ossia cheogni lavoro ha la sua dignità. Ogni lavoro è nobilitante. Non è importante che tu sia un operatore o un’operatrice ecologico/a, un addetto o un’addetta alle pulizie. Tutti i lavori hanno in loro delle competenze e delle skills che fanno di voi dei professionisti.
Mai dire “potrei farlo anche io quel lavoro! Cosa ci vuole a pulire delle scale?”, perché dietro alla semplice pulizia delle scale c’è l’uso ragionato dei prodotti chimici, i modi di muoversi per non farsi male, la scelta di un certo prodotto per una certa superficie eccetera.
Siamo coscienti delle nostre competenze e dobbiamo farle risaltare.
Ma dopo averlo fatto? A cosa serve lavorare sul nostro profilo se nessuno lo vede? E lo devono vedere proprio tutti?
Oggi cercheremo di capire in che modo creare una rete di contatti utili, come interagire con loro e di conseguenza come aumentare le nostre possibilità lavorative.
RAGIONANDO SULLA QUALITÀ
Abbiamo aperto il nostro account, reso accattivante in nostro profilo, giocato con le nostre esperienze e ora siamo pronti a farci nuovi amici. Oramai dovremmo aver chiaro che le cose non si fanno a caso e così, anche in questo contesto, dobbiamo fermarci a ragionare.
Che tipo di professionisti voglio sul mio profilo? Con chi voglio interagire? Sono in grado di creare discussioni interessanti con queste persone oppure no?
Supponiamo che la mia professione sia quella del formatore e che io desideri allargare la mia cerchia di contatti. Dovrò approcciarmi quindi ad altre persone che fanno il mio lavoro. Quindi la mia prima ricerca riguarderà tutte quelle persone che fanno il mio stesso mestiere. Per fare questo mi basterà, nella barra di ricerca, inserire la parola “formatore” o “formatrice” ed in pochi secondi si creerà un elenco di professionisti ai quali potrò chiedere un collegamento.
Consiglio personale: insieme ai profili più legati alla vostra professionalità, create contatti anche con recruiter e personale hr. Hanno sempre delle ottime informazioni sull’evoluzione del mondo del lavoro.
L’algoritmo di LinkedIn parla chiaro: prima di qualsiasi interazione o prima di diventare “interessanti” vi serviranno almeno 500 contatti. Da li in avanti comincerete a ricevere richieste di connessione.
AGGIORNAMENTI COSTANTI, ARTICOLI E GATTINI
Il mio profilo LinkedIn personale ha, ad oggi, 1349 collegamenti che crescono di 5/10 nuove connessioni al giorno, e una media di interazione ai miei post (il più recente pubblicato il 9 Agosto) di 1800 visualizzazioni, 27 volte consigliato e 10/20 commenti e una media di messaggi privati che sfiora i 20 al mese.
Lavoro alacremente sul mio profilo LinkedIn da circa 7 mesi, interagendo e postando stati e articoli.
All’inizio è un lavoro difficile, ma con il tempo diverrà automatico.
Come oramai sarà chiaro a tutti, LinkedIn non è Facebook e per questo motivo non posso postare quello che, invece, posterei sul famoso social amicale.
Su LinkedIn si parla di LAVORO, ed è di quello che devo interessarmi.
La cosa saggia è pubblicare articoli inerenti al proprio lavoro, nuove leggi sul lavoro, pezzi di giornalisti che pensate possano aiutare i vostri contatti…ma mai, mai, MAI cose che esulano da questo argomento.
Qualche tempo fa mi trovai di discutere amabilmente con la Sindaca Appendino che utilizza il suo profilo per fare propaganda. Dopo averle fatto notare che non era quello lo scopo del social, lei mi rispose “se non le piace le basta bloccarmi”.
Peccato che fu lei (o il suo ufficio stampa) a chiedermi il collegamento. L’episodio comunque si risolse con molte persone che mi diedero ragione.
E con lei che continua a fare propaganda.
Quindi, scrivete e postate cose logiche e pertinenti, ragionate per bene prima di postare e i numeri vi premieranno.
Per il momento ci fermiamo qui. La prossima volta parleremo su come interagire con i propri contatti e su come diventare degli ambassador di noi stessi.