I lavori che spariranno nel 2030 [forse]

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Ti segnalo una ricerca di Frey e Osborne, “The_Future_of_Employment” (2013) che affronta il tema della sostituzione occupazionale (algoritmi) a cui potrebbero essere soggette alcune professioni sul mercato americano a partire dal 2033.

Ovvio, il mercato europeo e quello americano sono profondamente diversi, ma questa ricerca mi ha fatto riflettere, così ho deciso di condividerla.

I due ricercatori anticipavano, in tempi non così sospetti, il tema della sostituzione di molti lavoratori americani (47%) da parte di robot (se sei interessato solo al ranking vai dritto a pag. 57).

In estrema sintesi, secondo questa ricerca, tanto più è alta la percentuale (espressa in decimali) tanto più è probabile che tale professione scompaia o venga svolta da un robot.

A titolo esemplificativo elenco alcune delle professioni che, secondo i due ricercatori, hanno più probabilità di essere sostituite da una macchina:

99% –  human telemarketers; insurance underwriters; tax preparers, data entry keyers

98%  – sports referees, credit analysts

97%  – cashiers

96%  – chefs

94%  – waiters and paralegals

In tutta sincerità, non credo che l’introduzione dell’intelligenza artificiale, della robotica e del machine learning metta a repentaglio il valore di ciò che fanno oggi gli essere umani, ma anzi reputo che l’innovazione spingerà l’intelligenza umana ad esplorare i confini dell’incertezza attraverso gli aspetti che possono davvero fare la differenza: la creatività e l’empatia.

L’innovazione genererà solo parzialmente sostituzione occupazionale ed obbligherà il genere umano ad un nuovo salto evolutivo attraverso nuove professioni (tecnici in grado di programmare, riparare e controllare da una virtual room le macchine), un nuovo welfare, nuove tutele e chissà magari anche nuove economie di scala in cui il modello fordiano verrà definitivamente superato a favore di una maggiore qualità della vita.

Sarà davvero necessario il denaro in un futuro di macchine al servizio dell’uomo? Forse no.

E forse avremo più tempo per divertirci.

 

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