Spunti per scegliere l’università
Facendo esperienza della vita, ci troviamo a dover compiere delle scelte continuamente. Ogni scelta necessita di una riflessione proporzionata all’importanza che essa ha per la nostra vita.
In questo senso è inevitabile ammettere che un peso particolare lo ricoprono scelte propedeutiche per ciò che vorremo essere in futuro.
Uno degli esempi più significativi è sicuramente quello della scelta del proprio indirizzo universitario.
Questo particolare tipo di situazione spesso crea non pochi grattacapi agli studenti in procinto di terminare la scuola secondaria, incapaci molte volte di orientarsi verso l’opzione migliore per la propria formazione.
Problemi simili nascono per diverse ragioni e rappresentano ostacoli davvero gravosi per il futuro di sempre più persone.
Uno dei motivi principali è, come già accennato, l’influenza di fattori esterni come i genitori e il fatto che questi, nella maggior parte dei casi, tendano a dirigere i propri figli verso strade che essi stessi hanno tracciato per loro.
Accade frequentemente che la strada tracciata dai genitori non trovi riscontro con la vera natura dei loro discendenti, ma piuttosto con ciò che essi sognano per loro.
E’ essenziale dunque ascoltare i consigli dei propri familiari ma senza mai farsi suggestionare troppo.
A mio avviso, un altro enorme problema riguardante questa scelta è il metodo con il quale numerosi ragazzi analizzano le diverse opzioni universitarie. In particolare, la tendenza che questi hanno nel scegliere un’università piuttosto che un’altra solo ed esclusivamente in base alle opportunità lavorative che questa potrà garantire.
Questo è un grave errore che non fa altro che ricondurre alla conseguenza del problema precedente, ovvero ritrovarsi in un contesto che non rispecchia chi siamo e chi vorremmo essere realmente, ma che al massimo, e non necessariamente, potrà rifocillare le nostre tasche.
E’ utile prima di scegliere un’università, ponderare bene anche le possibilità lavorative che questa potrà offrire, e in caso questa non ne disponga di molte, cercare soluzioni sempre inerenti al corso di studi che più ci rappresenta.
Un terzo grattacapo non indifferente per la propria futura scelta accademica è il fatto di come il senso di quest’ultima venga poi in qualche modo travisato. Il percorso di formazione che ognuno di noi deve compiere per accostarsi a una professione deve essere continuo e non si deve assolutamente esaurire con gli studi universitari.
Molte persone ritengono sia essenziale solamente laurearsi per ottenere le competenze necessarie a svolgere un lavoro.
Questo è assolutamente falso ed è un mito che va sfatato al più presto.
Una corretta formazione ha bisogno di scelte utili e sagge.
Utile, saggio e aggiungerei essenziale è approfondire le proprie conoscenze durante l’università, oltre che iniziare ad approcciarsi al mondo del lavoro, con l’umiltà di voler fare esperienza indipendentemente dalle mansioni svolte. Allargare i propri orizzonti restando al passo coi tempi, imparando lingue o magari ampliando le proprie conoscenze informatiche, ad esempio.
Insomma, la propria formazione non si esaurisce con il compimento degli studi universitari ma in realtà va perfezionata continuamente.
L’università va a perfezionare la nostra formazione professionale ma è prima di tutto una scelta e, in quanto tale, ha bisogno di una chiave di lettura personale che sia in continuità con le nostre reali attitudini e capacità.
Non ritieni invece che manchi moltissimo un reale aiuto in questa scelta da parte del mondo degli “adulti”? A mio parere, l’immagine dei genitori che instradano i figli, non è del tutto rappresentativa del contesto storico odierno. I genitori presi sempre di più dalle loro questioni personali e con una scarsa predisposizione al dialogo e all’ascolto dei figli delegano anche quest’ultimo compito, quello di guide per la realizzazione dell’individuo alle realtà scolastiche. La scuola, del tutto mancante di educatori, nel vero senso del termine, si limita a impartire nozioni, aprendo poco più di spiragli sul futuro e lasciando ancora una volta i ragazzi nella confusione. E chi subentra a questo punto? Ovviamente il mondo virtuale e gli esempi di coloro che vengono ritenuti “vincenti”. I ragazzi, che non hanno imparato a conoscere i propri limiti, che non hanno dato valore alla conoscenza nel periodo scolastico si rifugiano nelle facoltà che definirei cuscinetto, o in quelle considerate socialmente valide.
Salve Paolo, ti ringrazio per aver lasciato la tua opinione.
Per quella che è stata la mia esperienza e per le esperienze a cui ho potuto assistere indirettamente, beh, il problema dei genitori che indirizzano i loro pargoli verso lidi preposti da loro stessi è quanto mai attuale.
Poi certamente hai colto un altro aspetto del problema, ovvero quello del mancato supporto nella scelta da parte delle istituzioni e in questo particolare caso della scuola secondaria. Mi ricordo benissimo quando, facendo “orientamento”, tutte le speranze di ottenere un buon consiglio erano poste nel compilare un questionario che poi sarebbe stato analizzato per trarne una qualche conclusione. Ovviamente i questionari non consigliavano proprio nulla e sono considerati da tutti gli studendi una perdita di tempo. Comunque in parte mi trovi sicuramente d’accordo con te, ti ringrazio per l’osservazione, buona giornata